“Movimento, esperienza ed emozione: percorsi in neuroriabilitazione tra scienza e coscienza”. È questo il tema del XXII Congresso Nazionale S.I.R.N, che si è tenuto nei giorni scorsi a Riva del Garda ed al quale hanno partecipato anche i professionisti dell’Istituto S. Anna. In particolare, il dott. Francesco Riganello, relatore dello studio “SNV, brain-Heart interaction e outcome nelle gravi cerebrolesioni acquisite”, il dott. Antonio Cerasa che ha presentato lo studio “Modellizzazione delle traiettorie di esito in pazienti con gravi cerebrolesioni acquisite: un approccio di evoluzione dinamica non lineare”, infine la dott. ssa Marianna Contrada con il poster “Interventi di Teleriabilitazione sul decadimento cognitivo in pazienti post- ictus e con morbo di Parkinson”.
Il tema scelto quest’anno per il congresso nasce dal fatto che “Chi si occupa di neuro riabilitazione sa bene quanto sia necessario ricercare appropriatezza e la aderenza a solidi principi scientifici per migliorare l’outcome funzionale di patologie neurologiche altamente invalidanti. Certamente l’epoca in cui viviamo è estremamente coinvolgente e sfidante: da una parte i progressi nelle conoscenze dei meccanismi alla base delle patologie neurologiche e dei processi di recupero; dall’altra l’elevatissimo sviluppo di tecnologie finalizzate alla diagnostica, alla misurazione e al contenimento della disabilità. C’è però il rischio di perdersi in un eccessivo tecnicismo, e di smarrire il senso profondo e più vero di ciò che si fa. In questi ultimi anni la riabilitazione in ambito neurologico ha visto l’affacciarsi di nuove e insolite sfide: le problematiche connesse al fine vita, la pandemia, la ristrettezza nelle risorse disponibili, l’incremento della multi-professionalità e l’opportunità del lavoro in team, le carenze di personale in sanità, l’affermazione della centralità del territorio. Sono tutte sfide che ci impongono di rivedere modelli organizzativi, modalità di lavoro, e soprattutto ci interrogano sul senso di quello che facciamo, con la vera, profonda necessità di mettere la persona al centro dei diversi percorsi assistenziali e riabilitativi”.