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La riabilitazione passa anche per la cucina

Dopo un danno neurologico, inizia la fase di riabilitazione intensiva con lo scopo di raggiungere il maggior grado di autonomia possibile per il Paziente. Presso l’Istituto S. Anna, nell’ambito dei laboratori della terapia occupazionale, è presente una cucina adattata per persone con disabilità che ha l’obiettivo di riabilitare i pazienti attraverso la “Cooking Therapy”.
E’ proprio all’Istituto S. Anna di Crotone che nel 2017 è stato dimostrato, per la prima volta al mondo, che le attività motorie e cognitive eseguite in cucina nell’elaborazione dei piatti di portata possono aiutare un paziente con danni neurologici a recuperare alcuni deficit.

Questa scoperta è stata realizzata anche grazie alla collaborazione di tre chef stellati calabresi, Luca Abbruzzino, Antonio Biafora e Caterina Ceraudo. I tre rinomati chef, insieme alla Equipe del S. Anna, hanno realizzato un protocollo di attività da realizzare in cucina con lo scopo principale di stimolare le abilità regolate da una struttura del sistema nervoso centrale deputata al controllo del movimento, denominata cervelletto. Infatti, nello stesso anno, il neuroscienziato Dr. Antonio Cerasa, aveva dimostrato che il cervelletto è l’area cerebrale che risulta più espansa e sviluppata in chi si occupa di una cucina. Questa scoperta è stata quindi applicata ai pazienti ricoverati al S. Anna con lesioni cerebrali localizzate proprio nel cervelletto. Quello che è stato scoperto è che i pazienti impegnati a realizzare procedure complesse di preparazione di piatti in cucina, migliorano gradualmente nella programmazione dei loro pensieri e nella capacità di svolgere più attività contemporaneamente aumentando, quindi, globalmente la propria abilità nello svolgimento nelle attività della vita quotidiana.

La cucina è una forma d’arte e come ogni forma d’arte nobilita l’animo. Ne è l’esempio Antonino, giovane chef campano, ricoverato presso l’Istituto S. Anna di Crotone dopo un severo politrauma della strada. Dopo una lunga fase riabilitativa intensiva, Antonino ha iniziato a integrare la fisioterapia tradizionale alla Cooking Therapy, sfruttando le abilità e le conoscenze preesistenti. Dopo un mese di Cooking Therapy, si evinceva un netto miglioramento della capacità di concentrazione e attenzione, della coordinazione motoria e della motilità fine.
Antonino ha, infine, voluto regalare all’Equipe che lo ha avuto in cura l’impagabile esperienza di un pranzo di arrivederci: un menù a base di pesce, ideato e cucinato interamente da lui all’interno dei laboratori della Cooking Therapy. Chi l’avrebbe mai detto che un giorno avremmo assaporato un risotto ai frutti di mare così sapientemente cucinato da un Paziente della nostra Clinica! La passione per l’arte culinaria e la sincera volontà di voler ricambiare l’affetto ricevuto ne ha fatto un’esperienza indimenticabile e commovente nonché, gustativamente parlando, superlativa! Grazie Antonino!

 

 Antonio Cerasa, neuroscienziato, ricercatore, collaboratore ISA, ha realizzato anche un libro sulla Cooking Therapy

 

https://www.francoangeli.it/Libro/La-Cooking-Therapy-Come-trasformare-la-cucina-in-una-palestra-per-la-mente.-Applicazioni-per-pazienti-neurologici-e-psichiatrici?Id=26275

 

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